martedì 27 novembre 2012

Un popolo di sante, poetesse e navigatrici

È stato dato questo titolo ironico, ma al contempo carico di riflessioni, a una mostra che è già possibile visitare a Milano: Un popolo di sante, poetesse e navigatrici intende ricordare, per lo meno per quanto riguarda l'arte, che esiste anche «l'altra metà del cielo», più agguerrita che mai.

DOVE E QUANDO:
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 66
22 novembre 2012 - 30 gennaio 2013
  Aperto dal martedì al sabato dalle 16 alle 19 (comprese le festività)


 

sabato 24 novembre 2012

Il velo tra occidente e oriente



Presso il Dipartimento di discipline storiche, antropologiche e geografiche (Piazza San Giovanni in Monte 2, Bologna, aula Lucio Gambi) si è tenuta la prima sessione del Seminario Internazionale: Il velo tra occidente e oriente Scambi, materiali e rappresentazioni dal tardo medioevo alla prima età moderna. Mariateresa Fumagalli condivide con noi i suoi appunti che vi proponiamo qui di seguito e per i quali la ringraziamo.


Siamo un gruppo collaudato che da qualche  anno lavora su temi della cultura  femminile: il primo  passo l’abbiamo fatto indagando sulla scrittura delle donne in Europa nei secoli premoderni (alcuni risultati di questa ricerca si possono leggere in Donne e scrittura dal XII al XVI secolo, 2009,  Lubrina editore, a cura e con introduzione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri).

E ora ci troviamo tutte/tutti ancora una volta intorno a un tavolo per ascoltare e poi discutere un tema antico e attualissimo: il velo femminile tra Oriente e Occidente, nei documenti e nell’immaginario dal tardo medioevo alla prima età moderna. È il tema di un importante progetto nazionale di ricerca storica finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (un cosiddetto progetto PRIN) guidato da Giuseppina  Muzzarelli al quale partecipano da Firenze Gabriella Zarri e da Perugia Maria Grazia Nico insieme ad altri studiosi.

Abbiamo ascoltato Alessandro Vanoli che ha presentato la sua ricerca sull’immagine della donna orientale (turca per lo più) diffusa in alcuni  testi italiani di quei secoli e poi Suraiya  Faroqi – docente di  storia islamica all’università di Monaco - illustrarci le diverse  forme  di abbigliamento delle donne di Bursa fra Seicento e Ottocento.
Le domande si affollano e non sono solamente  richieste di informazione.

Cosa significa “velo”? Innanzitutto è qualcosa che nasconde una identità individuale o al contrario segnala uno stato sociale  o religioso particolare ossia una identità “collettiva”? Entrambe le cose. Ci sono state  e ci sono in diverse società veli differenti per le fanciulle, per le donne sposate , per le vedove… Il velo occulta la presenza femminile fuori dalle mura domestiche permettendo alla donna di uscire all’esterno, osservare e non essere vista ma può anche costituire un ornamento  (fino a diventare la seducente “veletta”): situazioni in parte contrastanti difficili da mettere in una medesima categoria.

Da migliaia  di anni (quindi molto prima del discusso “velo islamico”) il velo femminile appartiene alla cultura mediterranea  e ad alcune  aree del vicino e medio oriente. I Padri cristiani lo raccomandavano come simbolo di modestia, i padri di famiglia e i mariti gelosi lo  imponevano, le donne a Venezia e altrove ancora nel XVI secolo se ne servivano per girare indisturbate e “protette” fra la folla…

I partecipanti  al seminario si sono distribuiti i compiti di ricerca secondo le differenti  competenze, che vanno dalla storia del diritto e del costume a quella dell’arte, e si ritroveranno per presentare i risultati e esaminarli insieme nei primi mesi dell’anno che verrà. Vi segnalerò le date degli incontri,  aperti a tutti.

Mariateresa Fumagalli

venerdì 23 novembre 2012

Un pantheon delle donne

Una teologa, una sindacalista, una docente universitaria e qualche politica. Amiche e donne impegnate nel centro-sinistra. Deluse, come molte del centro sinistra che lunedì scorso hanno ascoltato in tv il confronto dei candidati progressisti. Deluse, ci ha scritto Valeria Fedeli per aver ascoltato il pantheon al maschile… «Qualche giorno dopo sullo stesso argomento, abbiamo letto Barbara Spinelli, ci siamo telefonate e abbiamo voluto prendere parola su questo».

Dopo il confronto televisivo fra i candidati del centro-sinistra, sono nate tante riflessioni, delusioni, dubbi, nuove idee.
Alcuni di questi spunti auspicano proprio la creazione di un pantheon delle donne: vi rimandiamo all'articolo originale, molto bello, sul sito della 27esimaora.

giovedì 22 novembre 2012

E se Dante fosse un nome di donna?

E se Dante fosse un nome di donna?
Perché la scuola si ostina a ignorare le donne. E perché questo è un danno per tutti.

«Nel programma di letteratura italiana che i candidati insegnanti devono portare al prossimo concorso, pubblicato il 25 settembre dal Ministero, ci sono 35 scrittori, di cui solo una donna (Elsa Morante).
Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Sibilla Aleramo, Grazia Deledda (premio Nobel), Matilde Serao e tante altre sono state dimenticate, come se non avessero dato un contributo importante alle letteratura del nostro paese. Ma noi vogliamo che le nostre figlie e i nostri figli le conoscano e che gli insegnanti siano in grado di far loro apprezzare la loro voce».

A proposito di questo interessantissimo tema (soprattutto per la cultura italiana, tradizionalmente nota a livello internazionale soprattutto per via delle discipline umanistiche) si terrà un incontro presso il Centro Puecher in Via U. Dini 7 (Milano). L'evento sarà venerdì 30 novembre alle ore 20.45 ed è stato promosso dall'Associazione DonneinQuota.

Parteciperanno:
Giuseppe Deiana, Presidente Associazione Centro Puecher
Donatella Martini, Presidente Associazione DonneinQuota
Valeria Palumbo, caporedattore centrale de L’Europeo, scrittrice e storica
Marta Boneschi, giornalista e scrittrice
Paola Boccia, consigliera Comune di Milano, Presidente Commissione Cultura, Moda e Design

mercoledì 21 novembre 2012

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre): riflessioni. E qualche evento.

Dall'inizio del 2012 sono state uccise soltanto in Italia più di 100 donne: una ogni due giorni. Moltiplichiamo questo numero per dieci anni. Per decenni in realtà, dal momento che si tratta di un fenomeno, come è tristemente noto, ben datato. Sono numeri degni di una guerra: eppure se fosse rimasto anche un solo nome in mezzo a questo elenco terrificante, l'analisi non dovrebbe cambiare.
Il contrario della violenza è il rispetto, e il rispetto non si improvvisa. Qualunque siano i motivi e le maschere di questa strage che non ha fine (la secolare sudditanza delle donne, la loro reificazione pura e semplice), è ora di finirla. Questa guerra non è una calamità naturale, è una calamità sociale e politica.
Pretendere risposte dalle istituzioni, ascolto dai servizi sociali, rispetto nella comunicazione giornalistica e televisiva, è una necessità.
Ciascuno faccia la sua parte: e per favore, senza forzare la marcia emotiva o quella strumentale. È vero: le donne sono voti, ma la foto della donna rannicchiata a prenderle - che nessuno si fa mancare - esposta ancora su un piano letterario, di letterario non ha nulla; e perfino la lamentazione e lo sdegno strombazzato suonano vagamente come una beffa, una educata recita scolastica ai piedi di una montagna di cadaveri. Istituzioni, comunicatori, maschi puri e semplici: fate qualcosa che parli per voi.
Noi si fa l'enciclopedia.

Rossana Di Fazio
Dopo aver doverosamente alzato la voce, vi segnaliamo anche che fortunatamente non mancano le belle iniziative in occasione del 25 novembre, alle quali vi invitiamo calorosamente a prendere parte.
Ne abbiamo selezionate alcune per voi: ricordate però che si terranno eventi di questo tipo in tutta Italia, quindi il nostro suggerimento è quello di dare uno sguardo a cosa propone il vostro territorio anche se siete impossibilitati per motivi geografici a partecipare alle iniziative qui di seguito.

Eventi organizzati dalla Zona 3, a Milano

La Zona 3 ha organizzato una serie di attività che si terranno a partire da domani (giovedì 22 novembre), sino a martedì 27.
Ecco qui un calendario (per maggiori informazioni e per conoscere i nomi degli esperti che parteciperanno è possibile visitare il sito della Zona 3)

Giovedì 22 Novembre - 20.30 (Aula magna del Liceo Virgilio di P.zza Ascoli)
Squarciare il velo del silenzio”- La violenza sulle donne: combatterla, riconoscerla, prevenirla.
Questa prima serata sarà dedicata all'introduzione al tema; verrà data una panoramica generale sui vari tipi di violenza, come riconoscerla e i percorsi di aiuto. La tematica sarà affrontata dal punto di vista criminologico e legale.
Durante la serata è previsto un dibattito, letture e la proiezione di corto-metraggi sul tema.
A seguire interventi e dibattito.

Domenica 25 novembre - 20.30 (Auditorium di via Valvassori Peroni, 56)
La violenza domestica
Questo appuntamento sarà incentrato in particolare sul tema della violenza domestica e toccherà anche quello ad esso correlato della violenza assistita. Non mancherà, inoltre, il punto di vista maschile, rendendo così più completo il dibattito.
Drammatizzazione teatrale "Cosa mia" (scritto da Vittoria Ceo, interpretato da Rossana Mola).
A seguire interventi e dibattito.

Lunedì 26 Novembre – 20.30 (Aula magna del Liceo Virgilio di P.zza Ascoli)
Il Femminicidio: dall'America Latina all'Italia
Questa serata sarà invece dedicata al tema del femminicidio: come, dove e quando nasce. Verrà proiettato il film ―Bordertown‖ a cui faranno seguito due professioniste in materia rappresentanti il punto di vista psicologico e legale.

Martedì 27 Novembre – 20.30 (Auditorium di Via Valvassori Peroni, 56)
Violenza sulle donne: istituzioni a confronto
Gli enti e le istituzioni presenti sul territorio. I professionisti che prestano la loro opera. Informazioni e progettualità per capire cosa si sta facendo, cosa è stato fatto e cosa si intende fare sul tema. Il Comune, l’area medica e quella legale al fianco del cittadino.

Il tempo ci sarà sorella

Reading "medievale" organizzato per l'occasione con musica di Valeria Palumbo: questo spettacolo si terrà nella cripta di San Giovanni in Conca (Piazza Missori, Milano) il 25 novembre (alle 15 e alle 16.15).

 

   Siamo pari! La parola alle donne

Anche quest'anno si terrà fra l'altro al Teatro Litta di Milano la rassegna cinematrografica intitolata Siamo pari! La parola alle donne, che già l'anno scorso si è fatta notare anche (ma non solo) per via dell'elevato impatto visivo dei manifesti.

Qui è possibile scaricare il programma dettagliato.


domenica 18 novembre 2012

Serata del 13 dicembre: festeggiamo insieme

Festeggia con noi la pubblicazione del primo ebook dell'enciclopedia delle donne!
Giovedì 13 dicembre alle 21.30 festeggeremo l'uscita di Però un paese ci vuole di Giovanna Grignaffini: sarà un'occasione per vederci, scambiare idee, progetti, chiacchere, ballare (sì, si balla sulle note delle musiche degli anni '60 e '70, grandi protagoniste del romanzo di Giovanna), stare in allegria, vedere l'e-book realizzato, parlare con l'autrice e (volendo) rinnovare la tessera dell'Associazione.
Vi aspettiamo a Milano a Cascina Cuccagna (Via Cuccagna 2).

lunedì 12 novembre 2012

I bambini della ginestra di Maria Rosa Cutrufelli

L'Unione Femminile Nazionale in collaborazione con la Libera Università delle Donne presentano il libro I bambini della ginestra, di Maria Rosa Cutrufelli.


La presentazione si terrà martedì 13 novembre alle ore 18 a Milano, in Corso di Porta Nuova 32.

venerdì 2 novembre 2012

Call for articles per il quarto numero di AG-About Gender

Vi segnaliamo l’apertura della call for articles per il quarto numero di "AG-About Gender Rivista Internazionale di Studi di Genere", dal titolo L’impatto delle riforme del mercato del lavoro in Europa sulla sottorappresentazione del lavoro femminile e sulla vita delle donne.

Questo numero della rivista, curato da Isabel Fanlo Cortés (Università di Genova) e Susanna Pozzolo (Università di Brescia), si propone di stimolare una riflessione sull’impatto delle riforme del mercato del lavoro, che nell’ultimo decennio hanno interessato vari paesi europei, nella condizione giuridica e sociale delle donne.

Per quanto spesso “invisibile”, il lavoro delle donne è sempre stato fondamentale, irrinunciabile, ineludibile. Ovviamente, nel corso del tempo, le sue forme e declinazioni hanno subito profonde trasformazioni. Sotto questo profilo, il processo inaugurato, almeno in Europa, a partire dalla seconda metà del Novecento si presta a essere letto come un processo di empowerment femminile, eppure tale processo è ben lungi dal potersi considerare concluso e, anzi, il sospetto è che esso si sia in qualche modo arrestato.
Guardando allo scenario europeo, ad alimentare questo sospetto è la sottorappresentazione delle donne nel mondo del lavoro. In tal senso parlano chiaro i dati che restituiscono un quadro in cui la maternità rappresenta un evento che emargina le donne dal mercato del lavoro esterno, riducendone la presenza o imponendo loro soluzioni di “flessibilità” e precariato. Complice la contrazione della spesa sociale, il lavoro di cura sulle spalle delle donne si aggrava nuovamente spingendo per un loro ritorno nel privato. Gli interventi normativi di riforma del mercato del lavoro che nell’ultimo decennio hanno coinvolto l’Europa, sembrano contribuire alla marginalizzazione sociale delle donne partecipando all’inversione di quel processo di emancipazione che pareva, forse a una lettura troppo ottimistica, inarrestabile.

Sullo sfondo di queste tendenze, e soprattutto alla luce delle riforme normative che nell’ultimo decennio hanno interessato il mercato del lavoro in Europa, si invitano studiosi e studiose a presentare contributi che, assumendo o discutendo una prospettiva di genere, offrano una riflessione sull’introduzione di riforme del mercato del lavoro che stanno producendo un’inversione di tendenza rispetto al riconoscimento di diritti e all’emancipazione femminile.

Per partecipare e per maggiori informazioni vi invitiamo a dare uno sguardo al sito.