Oggi pomeriggio Rosellina Archinto sarà protagonista di una lezione aperta che si terrà all'Università Cattolica di Milano.
L'incontro è stato promosso dalla cattedra di Editoria Libraria e multimediale in occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione della sua casa editrice.
Il 29 marzo al Teatro Elfo Puccini si terrà un'esibizione del progetto D.ARTE, un'interessante iniziativa che si descrive così:
D.Arte è crocevia tra Danza e Arte: si svincola da una committenza proveniente unicamente da uno spazio teatrale e allarga il campo d'azione e di interazione con il mondo dell'arte rappresentato dai musei, nei parchi artistici, negli spazi architettonici, e che non disdegna affatto l'opportunità di andare anche incontro alla filosofia aziendale di vendita di un prodotto ad hoc o su committenza, lavorando braccio a braccio con l'ufficio marketing dell'azienda. A questo scopo l'approccio artistico della compagnia consiste in un metodo di lavoro coreografico duttile e riproducibile ogni volta a seconda dei contesti, fondandosi sui concetti di Corporeità e di Produzioni Base e Derivate. Seguendo il concetto di corpoereità, il corpo diventa il creativo, lui crea continuamente materiale nuovo: attraverso la relazione con un oggetto o uno spazio ad esempio, si realizzerà una produzione di base precisa e curata nei dettagli che ne garantirà lo spessore artistico. Le committenze esterne produrrano le produzioni derivate della produzione di base. La compagnia dunque garantirà un ciclo evolutivo delle creazioni dinamico e che produca nella velocità di riproduzione, performance sempre di altà qualità.
Curiose di vederli all'opera, vi invitiamo a partecipare a questo loro primo confronto con il pubblico!
Quando Valeria Palumbo ci ha parlato del progetto abbiamo accettato con gioia. "Diamo voce alla dignità delle donne - Rompere il silenzio" è una iniziativa del Sabaoth International Film Festival e dell'associazione Diamo voce a chi non ha voce, diretta a ragazze e ragazzi dei licei e istituti superiori e dei C.A.G. (Centri di Aggregazione Giovanile) di Milano e provincia, nell’ambito della quale sono stati prodotti 32 cortometraggi contro la violenza sulle donne.
Ieri si è tenuta la premiazione presso l’Istituto Cavalieri, a Milano.
Così abbiamo pensato di ospitare nel canale YouTube dell’Enciclopedia i sei corti vincitori del concorso:
(potete guardare i singoli cortometraggi cliccando sui link qui sopra oppure guardarli tutti uno dietro l'altro nel video incluso alla fine di questo post)
Molti temi, molti gesti, un’attenzione alla capacità del linguaggio filmico di dare significato senza diventare didascalici. Alcune idee straordinarie.
Ci ha colpito quanto queste ragazze e ragazzi mostrino di aver riconosciuto con chiarezza e lucidità alcuni temi-chiave, connessi alla violenza che ancora si esercita in misura spaventosa. La trappola dell’amore che incatena (Tu mi ami), la televisione come contenitore e prigione (Closed), la felice facilità con cui si strappa una ragazza alla sua solitudine (Alza lo sguardo), la differenza che l’esperienza della violenza segna nella vita delle persone in una furia universale (Stop alla violenza), la complicità sociale (Giù la maschera)... ma sono solo spunti.
Quello che ci è sembrato straordinario di questi corti è la ricerca di un linguaggio che non ricalca gli stereotipi che pesano anche sulla rappresentazione della vittima, ma che punta a intravedere un terreno di trasformazione, una chiave di volta. E inoltre la consapevolezza che, per cambiare davvero, serve un gran lavoro dei maschi, e il loro desiderio di scrivere una storia rinnovata. Quasi sempre la soluzione è nella vicinanza, nell’attenzione, nella partecipazione, nella verità.
Che dire ancora?! Siamo felici di poter ospitare questi lavori nel nostro canale, perché in essi si esprime un grande valore etico e politico.
E speriamo che qualcuno di questi gruppi voglia costituire un Nucleo Operativo dell’Enciclopedia delle Donne…
Un ringraziamento speciale a Liliana Oliveri, direttrice del Sabaoth International Film Festival
Oggi pomeriggio verranno premiati i vincitori del concorso per cortometraggi Diamo voce alla dignità delle donne - Rompere il silenzio. I partecipanti al concorso provengono tutti da scuole superiori di Milano o da Centri di Aggregazione Giovanile.
Ecco qui il programma di questa giornata conclusiva:
Cristina Stancari, Assessore alle pari opportunità e politiche giovanili, e Marina Lazzati, Assessore all'istruzione, presenteranno l'iniziativa.
Seguirà la prima parte della proiezione dei cortometraggi con breve presentazione dei ragazzi e delle ragazze che li hanno prodotti.
Liliana Oliveri, direttrice del festival, commenterà i questionari compilati dai partecipanti. Si parlerà anche di future iniziative sul cyberbullismo.
Amazin Lethi, fondatrice di Amazin Lethi Foundation e promotrice dei diritti delle donne e dei bambini che subiscono violenza, parlerà dell'Asia Alive Project.
Seconda parte della proiezione dei cortometraggi con breve presentazione dei ragazzi e delle ragazze che li hanno prodotti.
Marco Pozzi parlerà del suo film Maledimiele sull'anoressia e di un progetto che coinvolge scuole e studenti.
Tonino Curagi e Anna Gorio, documentaristi e docenti di Fondazione Milano Cinema e Televisione premieranno i vincitori.
Uno dei cortometraggi vincitori sarà pubblicato anche sul nostro canale di YouTube.
In occasione della Festa della donna è stato organizzato un breve intrattenimento dal titolo Le donne, le cavaliere, le audaci imprese io canto. In parole e musica saranno ricordate alcune donne che sfidarono la storia non accettando i limiti del proprio tempo.
La narratrice sarà una delle autrici delle voci dell'enciclopedia, cioè Valeria Palumbo, accompagnata dalla voce di Liliana Oliveri al canto.
La serata del 29 febbraio alla Casa della Cultura è stata sorprendente. Affollata, densa e interessantissima: Salvatore Veca, Mariateresa Fumagalli, Giuliana Chiaretti, Sylvie Coyaud, Franca Cavagnoli, Fiorella Imprenti, Paola Mattioli, Nicola Misani, Valeria Palumbo, Bianca Pitzorno, Giuliano Turone: ciascuno ha portato una visione, uno stile, un senso. La differenza, la varietà, quello sgretolamento dei modelli che è stato invocato e riconosciuto come uno dei significati del lavoro che facciamo con l'Enciclopedia era vivo e concreto proprio lì, palpabile come l’affetto e l’energia del progetto. L’unico rammarico è non aver potuto dar spazio e nome a tutte le altre autrici e autori che erano in sala e alle loro magnifiche voci, materia prima dell’Enciclopedia, ma possiamo ricordarle ora e con l’occasione suggerirvi di leggerle, se non l’avete ancora fatto.