venerdì 27 aprile 2012

Paola Mattioli a MIA (Milan Image Art Fair)

La fotografa e autrice dell'enciclopedia Paola Mattioli sarà ospitata con un suo progetto presso il MIA, la fiera d'arte dedicata alla fotografia e al video.
Troverete il progetto di Paola e le sue opere al secondo stand del primo padiglione.

ORARI:

Venerdì 4 maggio dalle 12.00 alle 22.00
Sabato 5 maggio dalle 11.00 alle 21.00
Domenica 6 maggio dalle 11.00 alle 20.00

Superstudiopiù, Via Tortona 27


Ecco cosa dice il critico fotografico Roberto Mutti della nostra Paola:

Un fotografo di ritratti che abbia anche lasciato ampio spazio a una riflessione critica sul suo operato continua a rimanere un ritrattista perfino quando il suo obiettivo si sofferma su un oggetto, su un interno, su un paesaggio. È il caso di Paola Mattioli, autrice colta e raffinata già nella scelta di considerare la fotografia non come l’esito di un agire indipendente suscitato dalla propria visione soggettiva, ma come il punto di incontro verso cui convergono suggestioni provenienti dalla letteratura, dall’arte, dalla poesia ma, soprattutto, dalla filosofia. Partire da questa osservazione permette di comprendere come tutta la ricerca della fotografa sia incentrata su un solido impianto dialettico dove si confrontano gli opposti: la realtà e l’immaginazione, la forza descrittiva e la delicatezza espressiva, la necessità di raccontare una storia e la libertà di farlo seguendo un percorso spesso imprevedibile. In tal modo, senza troppe spiegazioni esplicite, ci si può avvicinare a un mondo dove anche gli oggetti si caricano di elementi vitali perché una lastra saldata con perizia non è solo uno still life perfettamente costruito, ma nasconde in sé l’abilità di chi l’ha realizzata. Paola Mattioli non propone immagini singole perché ogni scatto è pensato per essere inscritto in una più ampia narrazione che avanza per piccoli ma non impercettibili spostamenti accostando visioni d’assieme e sottolineature di particolari ma, soprattutto, continui cambi di registro usati per chiedere all’osservatore una vera complicità intellettuale. Sarà lui stesso, infatti, a ideare altri possibili percorsi di lettura magari ignorando la sequenza suggerita per crearne una propria o immaginando che ogni fotografia rimandi a un effetto sonoro: il clangore metallico della ripresa realizzata in fabbrica, il silenzio del cortile sul cui muro sono rimbalzate chissà quante pallonate per centrare la porta di calcio sopra disegnata, il sibilo lieve del vento sul prato che appena si vede, là appena oltre il portone  spalancato.


Roberto Mutti

giovedì 26 aprile 2012

Lezione "Violenza di genere e guerra"

Vi ricordiamo e proponiamo una lezione nell'ambito del corso Fatti e idee della Resistenza: un approccio di genere di cui vi abbiamo già parlato qualche mese fa.
La lezione sarà tenuta da Emma Schiavon, che parlerà della violenza di genere nell'ambito della guerra.
Ecco qui la locandina con luogo, orario e qualche informazione sulla relatrice (cliccate sull'immagine per visualizzare l'intero invito):


mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile 2012

Paola Ghirelli (Mirka), nata a Mondovì il 14 maggio 1916,  viene fucilata il 1 novembre 1944. Pettinatrice. Dall'ottobre 1943 svolge a Savona attività clandestina, entra a far parte della Brigata SAP "Colombo", Divisione "Gramsci", assolve compiti di collegamento e di rifornimento viveri e materiali per le formazioni operanti nei dintorni della città. Arrestata nella notte fra il 14 e il 5 ottobre 1944 nella propria abitazione di Savona, dai militi delle Brigate Nere - tradotta nella sede della Federazione Fascista di Savona. Fucilata il 1 novembre senza processo, nel fossato della Fortezza ex Priamar di Savona, da plotone fascista, insieme a Giuseppe Baldassarre, Pietro Casari, Luigia Comatto, Franca Lanzone (25 anni, casalinga), e Stefano Peluffo.

Mimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia creatura adorata, sìì buona, studia ed ubbidisci sempre agli zii che t'allevano, amali come fossi io.
Io sono tranquilla. Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi perdonino il dolore che do loro. Non devi piangere nè vergognarti di me. Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti proteggerò dal cielo.
Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricordandovi
la tua infelice mamma

fonte: Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, Einaudi, 1955


Buona liberazione

lunedì 16 aprile 2012

"Donne di diritto" di Virginia Lalli

Vi segnaliamo la pubblicazione del libro di Virginia Lalli, una delle nostre autrici, Donne di diritto, che segna un ulteriore passo in avanti per quanto riguarda la diffusione degli studi bibliografici sui grandi personaggi femminili.
È bello sapere che, piano piano e con fatica, la storia viene riscritta e che col tempo emergono queste grandi donne che i libri di testo sembrano proprio aver dimenticato.
Qui trovate maggiori informazioni sugli argomenti trattati da Virginia all'interno del suo libro.



martedì 10 aprile 2012

Non metteteci la testa!
(ancora qui stiamo?)


Non ho paura di definire la campagna ARVAL "dai un volto a questo corpo" preistorica. Niente di personale contro i nostri antenati, ma ho letto di recente che 8000 anni fa corpo e testa venivano seppelliti separatamente, le teste utilizzate per riti legati con ogni probabilità al culto degli antenati e il resto del corpo accatastato là in un angolo. È un peccato originale che cerchiamo di riparare con tante forme, e che la scienza ha dimostrato essere un errore cognitivo, stando la mente, per così dire diffusa nel corpo, come la danza dimostra, insieme allo sport. Errore da cui deriva peraltro l’idea che un corpo possa essere offeso senza troppo offendere la coscienza...
Tutto questo all’Arval gliene fa un baffo.
E pensare che volevamo chiedere un contributo per l'enciclopedia! Ma come si fa?
È una idea molto antica - diciamo pure troppo antica - quella di sommare la qualità di vari corpi e riunirli in uno - e proprio per costruire una bellezza ideale. Ma di bellezza ideale non ne abbiamo bisogno, e una idea antica non è per questo sempre buona: abbiamo bisogno di corpi felici e integri, corpi-persona, e vorremmo delle immagini che riflettano una idea non così ammuffita.
E mi dispiace dover impegnare il termine infantile - così prezioso ai miei occhi - per aggettivare questa campagna: l'avranno fatta in casa o avranno proprio pagato una equipe di esperti comunicatori? È un quesito ricorrente, che toglie il sonno. Noi dell'enciclopedia che abbiamo così bisogno di energie per gli ottimi progetti che abbiamo avremmo senz'altro trovato qualcosa di meglio, e una buona crema è pur sempre una buona causa. Il gioco delle bambole, con le teste strappate da bambine curiose, appartiene, appunto piuttosto a uno stadio infantile e pulsionale, e solo lì si giustifica.
E i premi, li avete letti? Un brillante, un book fotografico, due notti in hotel a 4 stelle per due persone.... e perché non delle perline, una Barbie, un passeggino per la bambola? Così magari arrivano anche foto di bambine...

martedì 3 aprile 2012

Un saluto per Omar Calabrese

rossana di fazio

Voglio salutare qui Omar Calabrese, che ci voleva bene, e che, ne sono sicura, l'avrebbe mandata prima o poi quella voce per l'enciclopedia che aveva promesso.
Perché Omar era un maestro generoso, e un amico generoso. Che sorrideva. E parlava con voce suadente. E amava le donne. Omar si è circondato di persone stupende che ho avuto l'onore e la fortuna di abbracciare: sua moglie Francesca, prima di tutto, e poi Giovanna, Patrizia, Nene, Silvana... La mia vita senza questi incontri avrebbe avuto meno colori, meno dolcezze, meno calore. Persone che ti fanno sentire a casa. Omar sapeva voler bene, e quindi è amatissimo da chi ha buon cuore. Amicizia e amore, credo di poter dire, valessero per lui più di ogni altra cosa, come organi, forme della vita; come gli era naturale, o così appariva, quel suo modo di conoscere, studiare, associare i pensieri per farne di nuovi e condividerli con gli altri.
Omar aveva sempre fiducia negli altri, si entusiasmava e si fidava sempre e quindi, qualche volta, rimaneva deluso, ferito.
Da lui ho imparato non solo attraverso i suoi libri, che oggi mi sembrano ancora più belli; ma anche così, per vicinanza, per una frequentazione quotidiana che è di tanti anni fa eppure non sento come così lontana. Del resto credo che nello scegliere qualcuno - anche come insegnante - agisca l'intuizione di qualche qualità che ci è affine o necessaria.
Era spericolato, Omar, aveva il coraggio delle idee, e l'ardire di metterle in pratica, di provarci sempre. Apriva degli spazi, ovunque si trovasse; ci metteva delle idee e lasciava ad altri senza troppi rimpianti il compito di coltivare, di stare a guardare e raccogliere i frutti, mentre lui era già impegnato altrove. Quanti studenti ha formato e amato, riamato?
Quando ero molto giovane gli ho rimproverato di non essere abbastanza severo con i suoi studenti, di non essere abbastanza esigente. Oggi non mi sento più giovane, forse proprio perché Omar ha fatto questo brutto scherzo, di lasciare la scena prima di invecchiare - e mi pare, paradossalmente, logico: non era possibile per lui rallentare, cambiare il ritmo...né per chi gli era vicino immaginare che potesse farlo davvero. Bene, oggi, so che in quella sua apparente leggerezza c'era molta più scuola, più intelligenza e ancora fiducia, rispetto, nel lasciare a ciascuno la responsabilità del proprio lavoro, senza con ciò lesinargli domande, suggerimenti, linee di lavoro o discussione. Come a bottega, e nell'apprendistato, si impara facendo... Che è la migliore lezione che un maestro possa dare, mi sembra.

lunedì 2 aprile 2012

Presentazione del libro "L'invenzione della virilità"

Mercoledì prossimo verrà presentato il libro L'invenzione della virilità - Politica e immaginario maschile nell'Italia contemporanea di Sandro Bellassari.
Oltre all'autore, saranno presenti a discuterne anche Barbara Bracco, docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Milano Bicocca, Eleonora Cirant, giornalista, e Fiorella Imprenti.

La virilità ha avuto un ruolo importante nell’immaginario politico dell’Italia contemporanea. “Inventato” per proteggere la mascolinità tradizionale in un’epoca di grandi trasformazioni, dall’ultimo Ottocento il virilismo è stato un pilastro retorico delle culture nazionaliste, imperialiste, autoritarie e razziste. È anche grazie alla rilevanza politica della virilità, quindi, e alla sua associazione storica con i principi di gerarchia, forza e autorità, che se ne possono comprendere l’incisività e la persistenza straordinarie, soprattutto nella cultura italiana. Negli ultimi decenni, tuttavia, sempre più questo modello virilista è apparso evanescente e screditato. Ma è possibile considerare oggi davvero conclusa la sua storia?


DOVE E QUANDO:
Fiap (Federazione Italiana Associazioni Partigiane),
Via De Amicis 17, Milano
11 aprile, ore 17.30
Ingresso libero