martedì 25 giugno 2013

Un ringraziamento

Vorremmo ringraziare di cuore Umberto Eco e Mariateresa Fumagalli per aver parlato di noi sabato mattina alla trasmissione Moby Dick sulla radiotelevisione svizzera. Per noi è un onore e una grande gioia averli avuti come testimoni e portavoce del nostro progetto.

Vi lasciamo qui i link per ascoltare la trasmissione, in caso non l'abbiate potuta ascoltare:

venerdì 21 giugno 2013

Domani alle 10 l'Enciclopedia delle donne in radio

Domani mattina alle 10 la Radiotelevisione Svizzera ospiterà su Rete Due Mariateresa Fumagalli, Umberto Eco e Lina Bertola che, nel corso della trasmissione Moby Dick, parleranno di L’ultima utopia? Il mondo al femminile tra speranze, rivendicazioni, illusioni e retorica. Sarà anche un'occasione per parlare dell'Enciclopedia delle donne (grazie ai nostri fidatissimi e autorevoli rappresentanti) e di far conoscere il nostro progetto.

Da qui sarà possibile seguire in diretta la trasmissione radiofonica. Fateci sapere cosa ne pensate e buon ascolto!

mercoledì 12 giugno 2013

Presentazione del romanzo "Trotula"

Paola Presciuttini ha scritto un romanzo sulla figura di Trotula (di cui ha parlato sull'enciclopedia la nostra Mariateresa Fumagalli): è stata una donna che ha giocato un ruolo importante nella storia della medicina e che si è focalizzata in particolare sulla salute e sul corpo della donne. Trotula è vissuta a Salerno nell'undicesimo secolo.

Il libro non solo tiene vivo il ricordo di questa donna così lontana nel tempo, ma fornisce anche un vivace dipinto della società dell'epoca e delle tematiche etiche e morali di cui si discuteva a quei tempi (che troppo spesso risultano ancora, dopo "appena" cento anni, drammaticamente irrisolte).

Il libro verrà presentato in più occasioni:

DOVE E QUANDO

19 giugno, Feltrinelli di Piazza Duomo, Milano, ore 18
25 giugno, Feltrinelli di Firenze, ore 18
26 giugno, Libreria Trame di Bologna, ore 18
28 giugno, Feltrinelli di Salerno, ore 18

martedì 4 giugno 2013

Fuoco amico. (Femminicidio e parole. Femminicidio e immagini).

FUOCO AMICO
Femminicio e parole. Femmicidio e immagini.

Due idee chiare riconosco in testa: la prima è che nella comunicazione si gioca un grande ruolo in questa storia di aggressione e l’altra è che si fa anche un po’ finta di non saperlo.

Per esempio, vedo una pubblicità in cui lo slogan (qualcosa come fai uscire il tuo ego) si accompagna a una donna in fiamme che esce da un copertone, solo un’immagine, certo, ma è difficile non pensare a quelle che ci hanno lasciato la pelle, ma questo genere di esegesi l’ho già fatto anni fa.

Vorrei invece far notare che anche in campo “amico” agiscono due pericolose strategie comunicative.

La prima: difendere “la donna” in quanto vittima, e non in quanto persona. Fotografie su pagine facebook  che “ricostruiscono” il set della bocca chiusa, della donna sottomessa, la calza smagliata, i lividi sul volto ben truccato: immagini costruite in cui agisce una idea “pubblicitaria”, patinata della riproduzione della persona, una retorica che riconduce a un genere “letterario” anche il racconto della violenza, forse di per sé non rappresentabile, anch’esso, credo, ai limiti dell’intollerabile.

Tangente a questa operazione retorica trovo preoccupante una tendenza che riconosco, per esempio nella campagna di reclutamento fondi della chiesa valdese (ferite a volte uccise): data l’attualità, evidentemente l’argomento “tira” sul piano comunicativo e pubblicitario,  e dunque in un senso rovesciato l’immagine della donna persino nel ruolo di vittima agisce come molla pubblicitaria di una campagna, peraltro non tutta devoluta alla difesa delle donne.

(Si affaccia tutta una questione relativa alla immagine chi coloro che si vogliono difendere: anche qui bisognerà studiare modi più giusti di rappresentare una umanità che ha bisogno di vedere riconosciuta una dignità e non di suscitare pietà - la pietà umana forse è un fatto individuale, che non deve diventare strumentale).

Il secondo monito che vorrei proporre: smettiamo di “riprodurre” e far circolare ciò che vogliamo non esista più. In una delle tante  campagne contro la violenza alle donne dell’anno scorso si mostrava una donna con la bocca incerottata accompagnata da uno slogan: sta zitta cretina. Anche qui che si volesse far passare il concetto opposto, beh, non era del tutto lampante e l’immagine risultava violenta in sé, mettendo  in circolazione per esempio presso i bambini una idea e una parola “plausibile”, che tale non dovrebbe essere.

L’impatto anche quantitativo del danno è tale che dobbiamo concepire una comunicazione in termini positivi e costruttivi.

Non sto parlando di censura, non sto parlando di rimozione. Sto parlando di un uso consapevole e onesto della comunicazione. Dopo più di cento anni, chissà, si potrebbe tentare.

Rossana Di Fazio

sabato 1 giugno 2013

Il nostro saluto a Franca Rame

Dopo i commoventi funerali di ieri allo Strehler di Milano, anche noi vogliamo rivolgere un ultimo saluto a Franca Rame.

Una città di donne e uomini ha onorato e incontrato Franca Rame, artista, attrice e autrice, militante sempre senza mai ostentare il suo impegno in soccorso rosso o nelle innumerevoli situazioni in cui lo ha esercitato: una donna bellissima che ha messo la sua esistenza a servizio di una idea di società e di convivenza, di gentilezza e lealtà, di servizio civile e di coraggio, portando la parola teatrale più schietta, diretta, e perciò pericolosa, dalla commedia dell'arte attraverso il varietà fino alla sua destinazione inevitabile: la società stessa, gli eguali che la ascoltano e la condividono. Una di politica così alta da trasformarsi nella vita stessa. Ciao Franca.