giovedì 8 marzo 2012

Concorso Diamo voce alla dignità delle donne - Rompere il silenzio

Quando Valeria Palumbo ci ha parlato del progetto abbiamo accettato con gioia. "Diamo voce alla dignità delle donne - Rompere il silenzio" è una iniziativa del Sabaoth International Film Festival e dell'associazione Diamo voce a chi non ha voce, diretta a ragazze e ragazzi dei licei e istituti superiori e dei C.A.G. (Centri di Aggregazione Giovanile) di Milano e provincia, nell’ambito della quale sono stati prodotti 32 cortometraggi contro la violenza sulle donne.
Ieri si è tenuta la premiazione presso l’Istituto Cavalieri, a Milano.
Così abbiamo pensato di ospitare nel canale YouTube dell’Enciclopedia i sei corti vincitori del concorso:


(potete guardare i singoli cortometraggi cliccando sui link qui sopra oppure guardarli tutti uno dietro l'altro nel video incluso alla fine di questo post)

Molti temi, molti gesti, un’attenzione alla capacità del linguaggio filmico di dare significato senza diventare didascalici. Alcune idee straordinarie.
Ci ha colpito quanto queste ragazze e ragazzi mostrino di aver riconosciuto con chiarezza e lucidità alcuni temi-chiave, connessi alla violenza che ancora si esercita in misura spaventosa. La trappola dell’amore che incatena (Tu mi ami), la televisione come contenitore e prigione (Closed), la felice facilità con cui si strappa una ragazza alla sua solitudine (Alza lo sguardo), la differenza che l’esperienza della violenza segna nella vita delle persone in una furia universale (Stop alla violenza), la complicità sociale (Giù la maschera)... ma sono solo spunti.
Quello che ci è sembrato straordinario di questi corti è la ricerca di un linguaggio che non ricalca gli stereotipi che pesano anche sulla rappresentazione della vittima, ma che punta a intravedere un terreno di trasformazione, una chiave di volta. E inoltre la consapevolezza che, per cambiare davvero, serve un gran lavoro dei maschi, e il loro desiderio di scrivere una storia rinnovata. Quasi sempre la soluzione è nella vicinanza, nell’attenzione, nella partecipazione, nella verità.
Che dire ancora?! Siamo felici di poter ospitare questi lavori nel nostro canale, perché in essi si esprime un grande valore etico e politico.
E speriamo che qualcuno di questi gruppi voglia costituire un Nucleo Operativo dell’Enciclopedia delle Donne…

Un ringraziamento speciale a Liliana Oliveri, direttrice del Sabaoth International Film Festival



1 commento:

  1. "Rivoluzionare il bel sesso"
    di Elisa Strumia per Guida Editori

    LA FASE DI EMANCIPAZIONE DELLA DONNA
    NEL PERIODO REPUBBLICANO
    Il Triennio rivoluzionario (1796-1799) fu per l’Italia un
    momento cruciale. Con la fine dell’antico regime e
    l’insediamento di governi repubblicani, sembrò a molti
    possibile partecipare alla costruzione di una società nuova,
    fondata sulla libertà e sull’eguaglianza.
    Una delle novità più interessanti di quegli anni è
    costituita dalla comparsa delle donne sulla scena
    pubblica.
    Le “cittadine” non soltanto parteciparono alle feste, ma
    frequentarono i circoli costituzionali, pronunciarono
    discorsi, scrissero lettere ai giornali, organizzarono
    banchetti patriottici.
    Appropriandosi delle nuove forme della comunicazione
    politica, molte donne esercitarono i diritti di cittadinanza
    e chiesero la parità nelle successioni, la libertà di scelta
    nel matrimonio, il divorzio, la possibilità di
    sciogliere i voti religiosi, il diritto all’istruzione.
    Facendo ricorso a una grande varietà di fonti, a stampa
    e manoscritte, l’autrice ha ricostruito atteggiamenti e aspettative
    femminili e li ha inseriti in un quadro che
    comprende anche le opinioni maschili e i primi riconoscimenti
    dei diritti civili delle donne. Non furono cambiamenti
    duraturi.
    Tuttavia,pur nella sua brevità, l’esperienza rivoluzionaria
    permise alle donne di sentirsi per la prima volta parte della sfera pubblica e titolari di diritti.

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